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Corbara venne citata per la prima volta, con il nome di "Corvara" nel 1010 in un atto del Codex diplomaticus Cavensis. Del 1045 è un secondo documento che menziona una strada tra Corbara e Tramonti.
Il casale di Corbara fece amministrativamente parte della civitas Nuceriae, la confederazione di casali sorta dopo la distruzione della città di Nocera da parte diRuggero II di Sicilia nel 1137 e fino alla seconda metà del Cinquecento (intorno al1570) appartenne all'università di Sant'Egidio, insieme ai villaggi di Sant'Egidio e di San Lorenzo, e dipendeva anche dal punto di vista religioso dall' Abbazia di Santa Maria Maddalena in Armillis di Sant'Egidio del Monte Albino. Successivamente si costituì in università autonoma e fece parte di "Nocera Sottana", insieme alle università di Sant'Egidio e di Pagani: ogni università eleggeva ogni anno il proprio "sindaco particolare", coadiuvato da due "eletti" e dai "razionali" (revisori di conti); gli abitanti di Nocera Sottana eleggevano quindi un "sindaco universale", che insieme ai due eletti da quelli di "Nocera Soprana" formava una sorta di triumvirato che reggeva la confederazione.
A Corbara ebbe rilevanza la famiglia Giordano, che diede al villaggio la maggior parte dei sindaci particolari e universali. Altre famiglie del periodo furono i Padovano, i Nasta, i Troiano, gli Orlando, i Capriglione e gli Amarante.
Esistono alcune notizie ricavabili da documenti e atti notarili relativi alla vita nel casale nel corso del XVIII secolo: nel 1732 il casale contava 152 fuochi (corrispondenti a circa 600 abitanti). L'acqua nel 1740 era conservata in due "conserve" situate a monte dell'abitato, alimentate dagli acquedotti del Cifurno e della Gragnana. Una pratica di sfruttamento del terreno prevedeva il "fitto del legname di montagna a crescere", con la quale veniva concesso il diritto di tagliare gli alberi in un fondo ogni dodici anni, in cambio di un canone annuale e della cura del terreno.
Nel 1806, sotto il governo del re Giuseppe Bonaparte vennero aboliti i precedenti ordinamenti municipali e creati al loro posto i comuni.
Nel territorio fu conosciuto il fenomeno del brigantaggio e in particolare una banda costituita da corbaresi e guidata da Antonio Padovano di Fortunato, detto Ficuciello, commise numerosi delitti.
Dal 1861 il comune di Corbara aveva programmato la costruzione di una strada ("strada nuova di Corbara" tra la località di Acquapendente e quella di Boccarezza nel comune di Sant'Egidio, per immettersi sulla via Orazio) che permettesse di raggiungere comodamente la via stabiana. I lavori iniziarono nel 1864 e si conclusero nel 1877. Parallelamente era in corso la progettazione da parte dell'ingegnere Giuseppe Bellotti di una strada tra Chiunzi e Pagani, per collegare l'agro nocerino sarnese e la costiera amalfitana e che doveva attraversare il territorio del comune di Sant'Egidio e Corbara, che venne però realizzata solo dopo oltre vent'anni.
Lo stemma civico
Trae origine dal nome del paese, esso infatti rappresenta un corvo appollaiato sulla cima di una montagna.
Patrono del paese è san Bartolomeo, titolare della chiesa parrocchiale, insieme a sant'Erasmo. In onore di quest'ultimo viene messa in scena da oltre un secolo e mezzo la "Calata dell'angelo", che ricorda l'angelo sceso dal cielo per salvare il santo dal martirio: l'episodio viene raffigurato ogni anno nel mese di luglio da una persona che in costume da angelo cala con una sorta di teleferica da una chiesa situata in alto su una roccia fino ai piedi della stessa.